Associazione Murialdo Viterbo
"La nuova tana dei topini"

 

Un giorno, all'improvviso, gli animali del bosco sentirono uno strano odore per l'aria. Sembrava che ci fosse da qualche parte qualcosa che bruciasse e il vento trasportava con sé il fumo fin negli angoli più remoti del bosco.

All'improvviso, sul limitare dell'ultima radura, comparvero delle fiamme altissime e tutti gli animali si diedero precipitosamente alla fuga.

Mamma Topo, che stava preparando la cena, abbandonò tutto nella tana e insieme a Papà Topo raccolse i topolini e li fece uscire immediatamente per allontanarsi dalle fiamme. I piccoli erano un po' eccitati e un po' incuriositi dallo spettacolo e i genitori si dovettero dar molto da fare per farli correre, ma alla fine si allontanarono tutti dal pericolo e riusci-rono a porsi in salvo. Fu in quel momento che Mamma e Papà Topo guardarono indietro verso il luogo dell'incendio e videro un gruppo di topini piccoli piccoli che correvano in giro, senza sapere dove dirigersi e che rischiavano di essere raggiunti dalle fiamme.

«Sono troppo piccoli per capire dove andare per salvarsi» osservò Mamma Topo, e senza pensarci oltre lasciò i topolini sotto la custodia di Papà Topo e tornò indietro fino al luogo dove i topini piccoli piccoli si aggiravano smarriti. Li raccolse tutti intorno a sé e poi li portò in salvo attraverso la stessa strada che aveva appena percorso con i suoi cuccioli, fin-ché furono tutti fuori dal pericolo del fuoco.

Solo a quel punto Mamma Topo guardò i nuovi topini e chiese: «Dove sono i vostri genitori?».

«Non lo sappiamo» rispose quello che sapeva parlare meglio. «Sono usciti per andare a prendere il cibo, ma non sono ancora tornati.»

«Allora vorrà dire che finché non torneranno i vostri genitori voi starete con noi» disse deciso Papà Topo e cominciò a scavare una nuova tana, in un luogo sicuro, aiutato da Mamma Topo e dai loro figlioletti più grandi.

E così a poco a poco la famiglia dei Topi ebbe una nuova tana che era necessariamente più grande della vecchia perché doveva contenere più animaletti, visto che la famiglia era momentaneamente aumentata. Passarono così alcuni giorni, ma i genitori dei topini non accennavano a tornare.

«Chissà che cosa sarà successo!» si chiedevano Papà e Mamma Topo, ben sapendo che doveva esserci stata una ragione veramente più grande di loro perché un papà e una mamma non fossero riusciti a raggiungere i loro cuccioli per portarli lontano dal pericolo. Ma Matteo, che era il secondo dei nuovi topini, non era dello stesso parere.

«Voi sì che siete dei bravi genitori» diceva sempre a Mamma Topo. «Voi non li avete abbandonati i vostri cuccioli, come hanno fatto i nostri genitori! Loro sono proprio stati cattivi, io non voglio più tornare nella loro tana e voglio restare sempre con voi!» E così Matteo era un topino buonissimo con Mamma e Papà Topo, faceva sempre treno quello che loro volevano, ma dentro di sé si portava un brutto ricordo dei suoi genitori e questo lo faceva soffrire molto. Però ogni volta che Matteo diceva così, Marco, che era il maggiore, lo sgridava sempre. «Non è vero! Sono Papà e Mamma Topo che sono cattivi, guarda come sgridano i loro cuccioli e anche noi se facciamo qualcosa su cui non sono d'accordo! Invece, tu non lo ricordi ma io sì, il nostro papà e la nostra mamma sì che erano buoni, loro non ci sgridavano mai!» E così Marco si portava dentro un bellissimo ricordo dei suoi genitori, ma era sempre pronto a criticare tutto quello che facevano Mamma e Papà Topo ed era sempre insoddisfatto.

Passarono così i giorni e la famiglia dei topi continuò a vivere con i nuovi topini. Però Mamma e Papà Topo si accorgevano che sia Matteo che Marco non erano tranquilli e una sera, dopo cena., quando tutti erano già a letto, cominciarono a parlare tra di loro.

«Sai, non capisco bene che cosa succeda nella testa di Matteo e di Marco» disse Mamma Topo «ma ho la sensazione che siano tutti e due insoddisfatti, per motivi diversi.»

«Forse Matteo avrebbe bisogno di rendersi conto che i suoi genitori non l'hanno abbandonato e che se non sono ancora tornati è perché c'è qualcosa che glielo impedisce in questo momento.»

«Credo anch'io che sia così e che quando lui ci dice che noi siamo bravissimi lo faccia solo per convincersi che c'è qualcuno che non l'abbandona e questo qualcuno in questo momento siamo noi. Ma siccome a lui piacerebbe invece avere vicino i suoi genitori, si vendica di loro dicendo che sono cattivi!

Però non capisco perché Marco faccia il contrario e dica che siamo noi i cattivi!»

«Ma forse è anche per lui lo stesso problema» rifletté Papà Topo. «Così come Matteo non si rende conto che non può essere vero che i suoi genitori l'abbiano abbandonato e continua a pensare il contrario, anche Marco per qualche motivo non vuol ricordare che tu li hai salvati dal fuoco e portati al sicuro e così continua a pensare che siamo noi i cattivi. È come se facessero tutti e due lo stesso gioco: dividere tutto in buono e cattivo, accettare solo la parte buona e scacciare quella cattiva. E così Matteo scaccia la parte cattiva dicendo che sono cattivi i suoi genitori e Marco lo fa dicendo che siamo cattivi noi!»

«È vero» disse Mamma Topo. «Ma allora questo vuol dire che sia Matteo che Marco sentono dentro di loro una parte cattiva che vogliono scacciare. Forse è questa parte quella che li rende entrambi insoddisfatti. Io non so perché loro abbiano dentro questa parte, ma credo che sia una cosa in qualche snodo legata alla paura di essere abbandonati dai loro genitori.»

«Allora la cosa migliore che possiamo fare è quella di fare con loro un programma per ritrovare insieme i loro genitori, se possibile, o per capire che cosa è successo!»

E così il giorno dopo Papà e Mamma Topo presero da parte i topini e fecero tutti insieme un bel programma di ricerca. Decisero di incaricare il Merlo canterino perché volasse sopra al bosco con i suoi amici, alla ricerca di Papà e Mamma Topini, per scoprire che cosa fosse successo.

Invece, prima ancora che loro lo cercassero, fu proprio il Merlo che venne da loro. «Avete per caso visto dei topini che sono rimasti soli durante l'incendio?» chiese a Papà e Mamma Topo.

«Certo, sono in casa nostra, li abbiamo raccolti noi e adesso vivono qui» risposero i due genitori. «Meno male che li ho trovati! È da quando è scoppiato l'incendio che i poveri Papà e Mamma Topini mi mandano in giro per tutto il bosco a cercare i loro cuccioli. »

«Ma dove sono loro?» chiesero Papà e Mamma Topo. «Sono rimasti bloccati proprio al di là del fiume verso dove vivono gli uomini e dove erano andati a cercar del cibo, e siccome l'incendio ha distrutto il ponte, non possono tornare da questa parte. Ci hanno provato tanto, ma non sono riusciti a trovare un altro ponte e nemmeno un traghetto, perché tutti i barcaioli stanno molto attenti a che non salgano i topi sulle loro barche. Pensa che hanno persino tentato di attraversare il fiume a nuoto, ma per poco non affogavano! E così hanno incaricato me di volare oltre il fiume a cercare i loro cuccioli.»

«Ecco perché non tornavano» esclamarono Mamma e Papà Topo, felici di sapere che cosa era successo, per raccontarlo subito ai topini.

«Allora tu torna al di là del fiume» disse Papà Topo al Merlo «e tranquillizza Papà e Mamma Topini che i loro cuccioli stanno tutti bene e che sono al sicuro e protetti nella nostra tana. E digli che non corrano il rischio di annegare perché non c'è nessun pericolo per i piccoli; è molto più importante che loro aspettino che venga riparato i1 ponte e che poi tornino qui sani e salvi a riprendere i loro cuccioli!»

E così quella sera ci fu una gran festa nella tana dei Topi e Mamma Topo fece una grandissima torta di semi di granoturco. Poi, quando la portò in tavola, la divise in due e disse ai topini: «Questa metà la mangeremo questa sera tutti insieme per festeggiare Mamma e Papà Topini; l'altra la terremo per quando loro arriveranno qui e faremo una nuova festa!». Passarono così alcuni giorni e sia Matteo che Marco erano molto più tranquilli perché avevano trovato il modo, diverso per ognuno di loro, di stare bene con Papà e Mamma Topo e di stare altrettanto bene con il ricordo dei genitori che si portavano dentro. E poiché ognuno di loro non si sentiva più così abbandonato, si sentiva anche meno dentro una parte cattiva di cui doveva liberarsi buttandola fuori di sé.

E così quando gli uomini ebbero aggiustato il ponte, la prima notte che ci si poté correre sopra, Mamma e Papà Topini lo percorsero in un lampo, e quando finalmente arrivarono alla tana dei Topi, ci fu una gran festa da parte di tutti e si ballò e si cantò per tutta la notte e si mangiò l'altra metà della torta di semi di granoturco.